Regolamento della Sacra Infermeria di Malta. 1725

Antiga EdizioniAmbasciata del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Santa Sede

Regolamento della Sacra Infermeria di Malta. 1725


La riedizione in fac-simile del Regolamento della Sacra Infermeria di Malta, nella sua versione del 1725, è accompagnata da un volume in tre lingue (italiano, francese e inglese) che raccoglie testi e commenti dei massimi esponenti dell’Ordine di Malta e di tre cardinali che con l’Ordine hanno un particolare legame: il cardinale Tomasi, Delegato del Papa per l’Ordine stesso, il cardinale Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e il cardinale Grech, Segretario Generale del Sinodo e già Presidente della Conferenza Episcopale maltese. L’edizione – curata dall’Ambasciata dell’Ordine presso la Santa Sede – aspira a focalizzare l’attenzione del lettore su quella che è l’originaria e sempre presente vocazione dell’Ordine di Malta: l’accoglienza e la cura dei malati, dei feriti, dei poveri e dei rifugiati. Si rende evidente come già secoli fa le strutture ospedaliere dell’Ordine di Malta rappresentassero un’eccellenza assoluta nel panorama della sanità europea e come l’Ordine abbia contribuito a determinare un “ethos” europeo e a dare un proprio contributo alla creazione di un’identità culturale europea.
“Può sembrare paradossale suggerire la lettura di un regolamento - scrive il cardinale Gianfranco Ravasi - i testi normativi si rivelano, sì, puntuali e calibrati, ma proprio per questo sono a prima vista aridi e distaccati… Eppure il lettore che si inoltrerà in queste pagine, peraltro scritte in un delizioso italiano settecentesco, si troverà di fronte ad una sorta di narrazione con una sua trama vivace e un intarsio ideale di immagini. Per certi versi gli sembrerà di seguire un’anticipazione, sia pur antica, delle fortunate serie televisive dedicate alla vita che si svolge negli ospedali coi suoi protagonisti, medici e pazienti, con sceneggiatura, quindi, che apre a sorpresa uno spaccato sull’alta qualità dell’assistenza in quella ‘Sacra Infermeria’ melitense, persino nettamente superiore all’attuale accoglienza che il malato incontra nelle nostre strutture ospedaliere”.